24 dicembre, vigilia di Natale
testimonianza raccolta da Saveria Ottaviani
Arriva Luca, 25 anni, meccanico. Andiamo? Cinque minuti, trenta euro. Prima i soldi e poi…
Alfredo, 55 anni, arriva con un biglietto: “Buon Natale, stella!” e cento euro. Fa il pittore, è vedovo. La moglie è morta di tumore al seno. Mi lascia in lacrime.
Ecco Giovanni, 30 anni, avvocato. Viene una volta a settimana. Bella, andiamo in albergo, trecento euro per due ore, visto che è Natale. Ok!
Stefano, 23 anni, studente. Andiamo? Non voglio fare niente ma ti pago, mi spiace che passi il Natale qui. Ok, facciamo un giro per cinquanta euro.
Poi due ragazzi di 14/15 anni, a piedi. Possiamo toccare? No. Abbiamo solo trenta euro, ci fai lo sconto. No. E vanno via arrabbiati.
Si ferma un uomo di circa 40 anni. Bella, andiamo? Trenta euro, cinque minuti. Ti posso pagare quanto vuoi, ma senza preservativo. Dico no. Grazie. E se ne va.
Giorgio, 27 anni, porta una pizza rossa. Fa il pizzaiolo. Andiamo? Mangia, sei cosi magra che ti si porta via il vento. Ti auguro che sia l’ultimo Natale in questo posto.
Si ferma Mario, 43 anni. Quanto vuoi? Trenta euro. Tira fuori il distintivo: sono un poliziotto, facciamo gratis. No, gratis non faccio nulla. Stai attenta, la prossima volta ti porto in questura. (Un giorno in questura mi ci ha portato davvero.)
Arriva Claudio, lo conosco. Vuole andare a casa sua perchè la moglie è in vacanza. Ok, dopo però mi riaccompagni qui. Ha 42 anni e un negozio di alimentari. Dopo un’ora mi chiama il pappone: dove sei? Non ti vedo? Ti stai divertendo? Sto lavorando… Torna subito! E’ da un’ora che ti cerco: stasera oltre ai soliti mille euro devi portarne cento in più! Claudio mi paga centocinquanta euro e mi riporta al mio posto.
C’è Michele che mi aspetta, 38 anni. Viene tutti giorni, fa il commercialista e paga cinquanta euro.
Dopo di lui Francesco, operaio. 30 anni, trenta euro.
Infine si ferma un uomo di circa 45 anni, vestito elegante, con una bella macchina. Andiamo in un posto dove non porti gli altri, ti do quanto vuoi. Salgo in macchina e andiamo fuori città, in campagna. E’ buio e la strada è senza luce. Ci fermiamo e gli chiedo di pagarmi. Cambia atteggiamento. Inizia ad offendermi e a violentarmi. Mi strappa i vestiti, mi tira i capelli, mi graffia sul seno e la gola. Ora mi ammazza. Strillo e piango. A calci rompo il finestrino, riesco ad aprire la portiera ed esco. Sotto sono nuda, ho solo una maglia lunga nera. Senza scarpe, senza telefono, senza borsa. Spaventata, ferita a sangue, scappo, guardandomi indietro per vedere se lui mi segue. Vedo le case ma non so dove sono. Citofono per chiedere aiuto ma nessuno mi apre. Cammino per le vie, sono le cinque del 25 dicembre. E’ Natale. Prendo un taxi e torno a casa. Non lo dimenticherò mai.
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