Il sessismo nel linguaggio giuridico
di Gian Giacomo Pisotti
Le analisi sugli aspetti sessisti del linguaggio giuridico italiano sono ancora agli inizi. Tuttavia, la rilettura di norme abrogate negli ultimi decenni e la lettura di norme recentemente introdotte consentono di constatare un evidente processo positivo: è stato definitivamente abbandonato un vecchio linguaggio sessista, il quale non a caso caratterizzava norme connotate da un’idea delle donne come proprietà maschile.
Esempio di linguaggio che appare brutale, come violente erano le regole che esprimeva, era quello dell’articolo del codice penale sul delitto d’onore, sanzionato con pene irrisorie (spesso era irrogata la minima, di 3 anni). Riguardava “Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia […]“. È sorprendente che quell’articolo sia stato abrogato soltanto nel 1981.
Il decreto n. 93 del 2013 (sul c.d. femminicidio, come fu denominato dal Governo in sede di presentazione), pur apparendo non del tutto adeguato rispetto al problema della violenza di genere, rappresenta, sul piano sostanziale, un importante passo in avanti. Per quanto riguarda il linguaggio, esso può apparire invece deludente, rispetto alla denominazione, per il suo carattere “neutro”, in conseguenza della scelta tecnica del legislatore di proteggere con lo stesso testo anche i minori, e in generale i componenti della famiglia.
Da segnalare la fioritura di iniziative che perseguono il superamento delle discriminazioni di genere nella lingua. Alcuni esempi: la proposta di legge presentata alla Camera lo scorso febbraio, e una circolare della presidenza, con riguardo al linguaggio delle leggi e degli atti amministrativi; le linee guida elaborate da ministeri, da enti pubblici e da diverse università.
Gian Giacomo Pisotti, sardo e sassarese, già magistrato fin dal 1970, nel 2000 è stato nominato presidente delle sezioni civili del Tribunale di Cagliari, anche della sezione famiglia e persone. Nel dicembre del 2009 ha vinto il concorso per la presidenza della sezione civile della Corte d’appello di Cagliari, e si è occupato di cause di famiglia e delle persone fino al suo collocamento in pensione per limiti di età.
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