Libera (scelta) di decidere
di Saveria Ottaviani
Infusi di erbe, traumi all’addome, miscuglio di farmaci, uso di ferri da calza, di stampelle per abiti, di pompe da bicicletta: in questo modo si abortiva fino agli anni ’70 in Italia e in molti posti del mondo ancora oggi. Ogni anno si verificano circa 205 milioni di gravidanze nel mondo: più di un terzo di esse sono indesiderate e circa un quinto finisce in un aborto indotto. Ogni anno nel mondo si praticano circa 44 milioni di aborti indotti e poco meno della metà non sono eseguiti in modo sicuro. I rischi per la salute in seguito ad un aborto dipendono dal fatto che la procedura venga eseguita in modo sicuro o meno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce aborti non sicuri quelli effettuati da persone non qualificate, con attrezzature pericolose o in strutture prive di norme igieniche. Gli aborti legali sono tra le procedure mediche più sicure, tanto che la mortalità della donna è 13 volte più probabile dopo un parto, che dopo un aborto. Dove l’aborto è vietato il numero di interruzioni volontarie di gravidanza è più alto che altrove: 37 casi ogni 1000. Nei paesi dove è permesso scende a 34 (dati del Rapporto Guttmacher Institute statunitense – OMS). Vietare l’aborto quindi non ridimensiona il problema, anzi, lo acuisce. I paesi che possiedono leggi restrittive hanno tassi complessivi di aborto maggiori rispetto a quelli in cui l’aborto è legale e disponibile, perché la vera differenza la fanno la corretta informazione e la prevenzione, attraverso la conoscenza di metodi contraccettivi efficaci e sicuri, una politica che sostenga e protegga le donne che decidono di portare avanti una gravidanza e un welfare più equo. Ma al di là dei numeri e delle statistiche che ci dicono che vietare l’aborto non ne fa diminuire la pratica, che da sempre le donne hanno trovato il modo di interrompere una gravidanza che non potevano o non volevano portare avanti, in questo numero di Fate le Streghe parleremo di libera scelta. La scelta che ogni donna deve poter fare nella gestione del proprio corpo, la scelta di decidere quando, come e se costruire una famiglia, la scelta di determinare la propria esistenza senza imposizioni e forzature.
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