Le parole sono consapevolezza
di Laura Grifi
Facciamo un gioco? Tutti i maschi parlano e Caterina sta in silenzio; se Caterina dice quello che pensa tutti fanno finta che le sue parole non siano importanti. Se non fosse un gioco ma la storia dell’umanità?
La violenza maschile sulle donne è stata perpetrata anche attraverso il linguaggio e la comunicazione nella vita pubblica e privata. Caterina è ogni donna che non ha potuto o non può esprimere ciò che pensa, è ogni donna di cui sono state svilite le parole; è ogni donna che la narrazione storica ha taciuto; è quella stessa donna che non ha avuto spazio nel dibattito pubblico. La narrazione è importante tanto quanto i fatti. Le visioni del mondo e dell’umanità sono passate per lo più attraverso voci maschili.
Le parole sono consapevolezza. Le donne sono state raccontate come deboli, emotive, isteriche, sottomesse, incapaci di occupare posizioni dirigenziali perché, si sa, il ciclo mestruale ogni ventotto giorni ne inficia le capacità di giudizio. Le parole sono relazione. La relazione è spesso violenta: “non sei una brava madre”, “sei brutta”, “non capisci niente”, “puttana”, “sei mia”, “zitta”. Le parole sono azione politica e sociale. L’atto di parlare in pubblico per una donna sottintende il timore di chi è stata in silenzio per duemila anni. Le parole sono uno strumento di rivoluzione. Irrompere nel silenzio o nel vociare maschile con una narrazione al femminile è, ancora oggi, un atto rivoluzionario. L’emancipazione femminile inizia dalle parole attraverso l’incontro e il confronto tra donne. Le donne partendo da sé, dall’esperienza e dal proprio vissuto attraverso gli spazi di autocoscienza, per esempio, hanno riscoperto narrazioni, corpi e prospettive politiche. Le donne hanno superato e superano l’isolamento e il silenzio forzato della violenza, comunicando a un’altra donna dall’altro capo del telefono la propria storia. Siamo entrate nel dibattito pubblico, con le voci unite dei cortei e con le donne che ci hanno rappresentato tutte, in politica, arte e società. Ascoltare, porre attenzione, riconoscere il valore, amplificare, sostenere la voce di ogni donna è un gesto d’amicizia e di lotta comune necessario al raggiungimento di una narrazione sociale che abbia in sé il pensiero femminile.
In questo numero di Fate le Streghe parole, linguaggi, comunicazione in ottica di genere. Se Caterina parla e avrà almeno una donna al suo fianco ad ascoltarla, le sue parole non andranno perdute.
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