Libertà alle donne di scegliere
di Vincenzo Spinelli
Il 22 maggio 1978 il Parlamento italiano sanciva con la legge 194 la legalità dell’interruzione volontaria di gravidanza. L’iter della legge, lungo e travagliato, aveva visto l’opinione pubblica spaccata in due: da un lato le donne che combattevano per una maternità libera e consapevole, dall’altro la chiesa cattolica ferma nella sua condanna. Dopo 40 anni, possiamo affermare, senza tema di smentita, che la legge ha funzionato. Infatti, dal picco di IVG registrato nel 1982 (poco meno di 235.000) si è arrivati nel 2016 a poco meno di 85.000 interventi. Questa drastica riduzione di IVG è dovuta a una maggiore istruzione delle donne, una maggiore diffusione (anche se ancora insufficiente) dell’educazione sessuale e della contraccezione, all’introduzione, avvenuta nel 2015, della contraccezione d’emergenza.
La legge può essere rivista e corretta, di sicuro non abolita.
Nel corso degli anni sono stati presentati 35 ricorsi per incostituzionalità della legge 194, come riportato nel libro di Marco Sani “194. Storie di aborto. Dalla criminalità alla legalità”. E ancora, dal 2009 esiste un comitato “No 194”, a cui è iscritto anche l’attuale ministro della famiglia Lorenzo Fontana, che vorrebbe abolire la legge e sostituirla con un ddl (originario estensore avv. Pietro Guerini – 14-12-2015) “Norme per la tutela del diritto alla nascita”, nel quale si ipotizza, tra l’altro, una condanna penale dagli 8 ai 12 anni di galera sia per le donne che si sottopongono all’intervento sia per i medici che lo praticano.
A sostegno di questa campagna oscurantista nei mesi scorsi le città italiane sono state tappezzate da cartelloni pubblicitari inneggianti contro l’aborto, l’omosessualità e il divorzio (ddl Pillon n.735/2018).
Gli addetti ai lavori (medici non obbiettori definiti dal Papa “sicari”) sanno bene che esiste un programma chiamato Agenda Europa che mira a fare lobby contro il genocidio dell’aborto, l’eutanasia, le famiglie omosessuali. Si tratta di un network di associazioni integraliste, appoggiate dai movimenti di estrema destra, che si sta espandendo in Italia, Ungheria, Russia, Polonia e gode di grossi finanziamenti.
Al di là delle opinioni personali, condivisibili o meno ma sempre legittime, noi pensiamo che in un paese civile vada salvaguardata la libertà delle donne di decidere se portare avanti o interrompere una gravidanza. Dietro ogni scelta c’è un vissuto personale che nessuno si deve permettere di giudicare. Se la legge 194 venisse abrogata si correrebbe il rischio concreto di dover nuovamente affrontare la piaga degli aborti clandestini e i loro esiti a volte fatali per le donne.
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Vincenzo Spinelli, medico specializzato in Ostetricia e Ginecologia, è consulente AIED e Direttore Sanitario dei Consultori AIED di Roma e specialista consultoriale e responsabile del Servizio IVG dell’Ospedale di Marino.
AIED, associazione, laica e democratica, nasce nel 1953 su iniziativa di un gruppo di giornalisti, scienziati, intellettuali senza uno specifico target politico, allo scopo di promuovere il cambiamento del costume e della legislazione attraverso la diffusione della cultura della procreazione libera e responsabile. A tal fine si è da sempre attivata per: favorire la nascita e la crescita di una cultura delle sessualità, informata e consapevole; sviluppare una nuova cultura della maternità fin dal concepimento; sostenere la parità tra i sessi in tutti gli ambiti della vita sociale; formare ed aggiornare il personale docente e educativo in materia di educazione alla sessualità. L’AIED prende posizione contro la violenza su donne e minori. Conduce attività di studio e ricerca su tematiche sociali con ricadute demografiche anche in collaborazione con le Università locali. Svolge attività di stimolo e controllo sull’applicazione delle leggi sull’IVG, sulla contraccezione avanzando anche proposte di modifica e/o integrazione della normativa vigente ogni qualvolta risulti inadeguata a tutelare la libertà decisionale della persona e diversità.
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