L’empatia al posto dell’odio
di Saveria Ottaviani
Lepa Mladenovic, attivista femminista, ha lavorato per anni con le vittime degli stupri durante la guerra in ex Jugoslavia. È un’attivista di “Women in Black against War”, associazione che si batte contro la guerra e contro i gruppi fascisti. Scrittrice, formatrice, educatrice e counselor, combatte ogni discriminazione contro le donne e si batte per i diritti delle lesbiche.
Lepa, cos’è la solidarietà fra le donne?
Solidarietà tra le donne significa che abbiamo deciso di comprendere l’Altra donna, dentro un sistema gerarchico patriarcale, contestualizzandoci all’interno di una società fatta di discriminazioni e privilegi sociali. Dobbiamo ogni giorno capire chi siamo emotivamente, socialmente e politicamente: solo così potremo capire chi è l’Altra. Così ho incominciato ad accettarmi incondizionatamente, ad accettare le mie emozioni senza riserve, nonostante nessuno mi abbia mai detto quando ero giovane che l’accettazione era quello di cui avevo bisogno per guarire.
Quand’è che si crea davvero la solidarietà fra le donne?
La solidarietà tra le donne inizia con la decisione di ascoltare l’Altra: ascoltare la sua esperienza, facendole spazio dentro di noi. Questo vuol dire accettare che l’esperienza di ogni donna abbia lo stesso valore, che la mia storia è tanto importante per me quanto la sua per lei, e la sua se la ascolto diventa importante anche per me. La solidarietà tra donne è la scelta di ascoltare il vissuto dell’Altra. In questo processo di ascolto mi prendo cura di lei: dentro di me creo uno spazio per il racconto di questa donna, per la vita di questa donna. L’Altra è entrata dentro di me, non è più da sola, ha una testimone. Nel momento in cui provo ad ascoltarla e cerco di capirla, diamo vita ad uno scambio: ci scambiamo le nostre paure, debolezze, vergogne e colpe. Lei non sarà più un’emarginata, lasciata da sola con il suo dolore, e nemmeno io. Io ho conosciuto lei come lei ha conosciuto me. La sua storia dà inizio al mio cambiamento.
Solidarietà tra le donne non vuol dire che noi siamo più giuste delle Altre. Scegliamo la compassione per prendere più coscienza di noi stesse e dell’Altra contemporaneamente. Non ci sarebbero guerre a questo mondo se io apprezzassi me stessa e chi è diverso da me. Ho capito che i principi della solidarietà sono ora la mia visione del mondo.
Si parla poco di solidarietà femminile…
Non troverete libri di testo che parlano della solidarietà tra donne, nemmeno nella grande letteratura, in Shakespeare, Goethe, Dostoevskij, Gandhi o Moravia… Quando ho preso la decisione di essere solidale con le donne mi sono messa dalla parte dei “ribelli politici” e questo non è un compito facile, c’è bisogno di essere circondate da attivisti e attiviste come me. Proprio perché nessuno può dirmi se è giusto il mio modo di essere, ho deciso di dire a me stessa: sono nel giusto.
La solidarietà tra donne è l’inizio di un nuovo mondo per ognuna di noi: abbiamo scelto di capire invece di accusare, l’empatia al posto dell’odio. Scegliamo di essere responsabili dei nostri atti, pensieri ed emozioni invece di essere vittime. Questa è la via per oltrepassare il confine posto dal senso comune sulla costruzione del “Nemico”. Solidarietà tra le donne è una politica antifascista, perché decidiamo di prenderci cura dell’Altra che è diversa da noi. La solidarietà tra le donne è internazionale perché preferenze sessuali, classe sociale o etnia sono solo una delle differenze che intercorrono tra noi. Quando esprimiamo solidarietà verso le donne vuol dire che rompiamo i meccanismi del patriarcato. Io e l’Altra abbiamo lo stesso valore: scegliamo di prenderci cura di noi stesse e delle altre in egual modo accettando con gioia le nostre rispettive differenze.
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