Disparità e discriminazioni
di Giulia Nanni
Le discriminazioni di genere nel mondo del lavoro si incontrano ancora prima di accedervi: le donne hanno meno possibilità occupazionali degli uomini a tre anni dalla fine degli studi, con conseguente maggior tasso di inoccupazione. Avuto accesso al mercato del lavoro invece, si è obbligate a scontrarsi con segregazione orizzontale e verticale; flessibilità del lavoro; utilizzo del part-time; disparità salariale; molestie e mobbing.
La SEGREGAZIONE ORIZZONTALE determina la concentrazione delle donne in pochi settori o ambiti lavorativi, i quali, molto spesso tendono a riprodurre compiti e ruoli tipicamente femminili.
La SEGREGAZIONE VERTICALE o «soffitto di cristallo» fa riferimento a quelle barriere che impediscono alle donne l’accesso a posizioni più elevate, concentrandole ai livelli più bassi delle scale gerarchiche di potere, responsabilità e autonomia.
La FLESSIBILITA’ DEL LAVORO vede i contratti femminili più brevi di quelli maschili e le occupazioni instabili svolte al 35,7% dalle donne e al 15% dagli uomini. Instabilità e discontinuità dei rapporti di lavoro implicano più bassi livelli retributivi, configurano gabbie salariali di genere e incidono sulla decisione di non avere figli per una donna che, entrando in maternità, perde il lavoro e si trova a non avere diritti né garanzie nel periodo pre e post-partum.
L’UTILIZZO DEL PART-TIME è prevalentemente femminile (in media il rapporto è di circa tre donne ogni uomo). La maggior concentrazione di lavoratori a tempo parziale si riscontra nella fase di entrata nel mondo del lavoro, mentre per le lavoratrici si colloca maggiormente nel periodo riproduttivo e di rientro dalla maternità. Aspetto quest’ultimo che evidenzia come le difficoltà di conciliare lavoro e famiglia sono quasi interamente a carico delle donne.
La DISPARITA’ SALARIALE in Europa si concretizza in un 16% in più che gli uomini percepiscono rispetto alle donne. Nel complesso è il settore industriale a discriminare maggiormente in termini di genere; infatti al suo interno la distanza retributiva arriva al 20%, mentre nei servizi il divario è del 10% e nel lavoro autonomo è del 30%.
MOLESTIE e MOBBING sono tutte quelle azioni, più o meno gravi, singole o reiterate nel tempo, che minano il benessere psico-fisico della vittima. Se si considerano solo le molestie sessuali sul lavoro, le hanno subite circa il 51,8% delle donne in età tra i 14 e i 65 anni.
(da Francesca Sartori, Differenze e diseguaglianze di genere, Bologna, il Mulino, 2009)
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