194/78. Aborto libero, sicuro e gratuito
FATE le STREGHE, numero 8
in questo numero
194/78. Aborto libero, sicuro e gratuito
Nei paesi in cui l’aborto è vietato, il numero di interruzioni volontarie di gravidanza è più alto che altrove: 37 casi ogni 1000. Nei paesi in cui è permesso scende a 34. Vietare l’aborto non ridimensiona il problema, lo acuisce. I paesi che possiedono leggi restrittive hanno tassi complessivi di aborto maggiori rispetto a quelli in cui l’aborto è legale e disponibile, perché la vera differenza la fanno la corretta informazione e la prevenzione, attraverso la conoscenza di metodi contraccettivi efficaci e sicuri, una politica che sostenga e protegga le donne che decidono di portare avanti una gravidanza e un welfare più equo. Ma al di là dei numeri e delle statistiche che ci dicono che vietare l’aborto non ne fa diminuire la pratica, che da sempre le donne hanno trovato il modo di interrompere una gravidanza che non potevano o non volevano portare avanti, in questo numero di Fate le Streghe parleremo di libera scelta. La scelta che ogni donna deve poter fare nella gestione del proprio corpo, la scelta di decidere quando, come e se costruire una famiglia, la scelta di determinare la propria esistenza senza imposizioni e forzature.
Saveria Ottaviani
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fatelestreghe@associazionerising.org
GLI ARTICOLI
Libera (scelta) di decidere
di Saveria Ottaviani
Infusi di erbe, traumi all’addome, miscuglio di farmaci, uso di ferri da calza, di stampelle per abiti, di pompe da bicicletta: in questo modo si abortiva fino agli anni ’70 in Italia e in molti posti del mondo ancora oggi. Ogni anno si verificano circa 205 milioni di gravidanze nel mondo: più di un terzo di esse sono indesiderate e circa un quinto finisce in un aborto indotto. Ogni anno nel mondo si praticano circa 44 milioni di aborti indotti e poco meno della metà non sono eseguiti in modo sicuro.
Who’s she? – Indovina chi al femminile
a cura di Giulia Nanni
Indovina chi – uno tra i giochi da tavolo più conosciuti – è reinventato al femminile. Al suo interno 28 profili di donne che hanno avuto il coraggio di essere differenti, di rischiare. Donne che hanno cambiato il mondo. «La parte più difficile è stata selezionarne solo 28» sottolinea l’ideatrice Zuzia Kozerska-Girard, aggiungendo che queste donne hanno ispirato lei e spera possano ispirare anche noi.
a cura di Giulia Nanni
Donne a tutto tondo 2
Nel 2019 partirà la seconda edizione dell’iniziativa “Donne a tutto tondo”, per sostenere il benessere psicofisico di ogni donna. Anche quest’anno il progetto è realizzato grazie ai fondi 8xMille della Chiesa Valdese e prevede la realizzazione di tre laboratori gratuiti.
Puzzle Solidali. Donare due volte: il regalo che vale di più!
Da oggi, per un compleanno, Natale, una qualsiasi festa o, semplicemente, per il piacere di donare. Un regalo per tutte le occasioni, ma che vale di più!
Regalando un Puzzle Solidale potrai sostenere le nostre attività di contrasto alla violenza maschile contro donne, bambine e bambini. Potrai sostenere la nostra lotta per la promozione dell’empowerment delle donne e l’affermazione di una cultura delle pari opportunità!
Una scelta che spetta alle donne
di Federica Buffa
L’articolo 4 della legge 194/78 stabilisce che la donna possa ricorrere all’Interruzione Volontaria di Gravidanza nei casi in cui la prosecuzione della gravidanza comporterebbe un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, tenendo conto della sua condizione economica, sociale o familiare, ma anche in base alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento o in previsione di malformazioni o anomalie del concepito.
Proprio nell’anno in cui la legge compie 40 anni, in Italia alcuni esponenti della classe politica vorrebbero fare un passo indietro, ripristinando la situazione come era in passato, proponendo di abrogare la legge, limitando effettivamente la libertà di scelta delle donne in merito all’IVG.
Art.9: obiezione di coscienza
di Daniela Marcuccio
Il vento revisionista e oscurantista che da un po’ di tempo soffia sul nostro paese tragicamente investe spazi dove i diritti della persona sono dati per acquisiti. L’assunto per cui “i diritti chiamano altri diritti” vacilla in modo preoccupante, dimostrandosi debole, per noi donne e per la nostra pacifica eversione della cultura patriarcale. Proprio la legge 194 presta il fianco a questi cambiamenti di rotta essendo il “luogo normativo” della differenza sessuale. La legge è la prova che il fatto naturale del “partorire” è cosa pubblica che va normata, sottraendola alla donna che per natura ne porta il segreto.
Oggi a Roma, Novara, Napoli, …
di Laura Valgiusti
Voci a sostegno della 194
a cura del Centro Veneto Progetti Donna
Il 22 maggio di quest’anno abbiamo celebrato i 40 anni di una Legge, la 194 del 1978, in materia di interruzione volontaria di gravidanza (IVG), che non solo riconosce un diritto inalienabile delle donne, quello di decidere sul proprio corpo, ma ha anche l’obiettivo di disciplinare una pratica la cui attuazione aveva fino a quel momento messo a rischio la salute e la vita delle stesse perché spesso praticato in condizioni rischio, proprio in ragione della clandestinità a cui era relegata. Tutte le operatrici del Centro Veneto Progetti Donna, insieme a Non una di meno e alla Cgil in quella giornata hanno presidiato l’entrata della Clinica ostetrica della città di Padova per ribadire che nessun passo indietro può essere fatto rispetto al riconoscimento di un fondamentale diritto alla libertà di scelta e all’autodeterminazione di sé.
194: il punto di vista dell’ostetrica
di Cristina Fortini
La prima immagine che mi viene in mente pensando all’interruzione volontaria di gravidanza è un ventaglio di volti, di occhi, di sguardi di donne, uguali e diverse. Alcune di loro arrivano in Consultorio con le lacrime già pronte a esondare, altre sicure e determinate portano con sé la consapevolezza di una scelta già compiuta.
Sicuramente decidere di interrompere una gravidanza è un evento importante che avrà una pesante influenza sul futuro di quella donna, ma sarebbe erroneo definirlo a priori come doloroso. Il diritto di scegliere per la propria vita riproduttiva è appunto un diritto e non richiede, per poterlo esercitare, l’espiazione di una colpa attraverso il dolore.
“4 mesi, 3 settimane, 2 giorni”, di Cristian Mungiu
di Zdenka Rocco
Bucarest, Romania, 1987: negli ultimi anni della dittatura di Ceausescu, due ragazze affrontano il dramma dell’aborto. Clandestino in Romania dal 1966 fino alla caduta del regime del 1989, in un ventennio in cui oltre novemila donne morirono a causa di interruzioni clandestine di gravidanza. Otilia e Gabita sono due studentesse universitarie; condividono la stessa stanza alla casa dello studente, e condividono il disorientamento di un’esistenza in un tempo e in un luogo in cui alcuni diritti delle donne vengono negati. Il diritto di scegliere la maternità, di vivere una sessualità consapevole, di essere libere dalla paura della violenza.
Un aborto farmacologico, intervista a Clara Campi
di Giusy Coronato
Parliamo della tua esperienza con l’aborto farmacologico: conoscevi già la procedura? Credi che ci sia informazione fra le donne? Cosa non ti aspettavi?
No, secondo me le donne non sanno e io stessa sapevo molte cose solo in teoria. Io me ne sono accorta subito, ho chiamato il consultorio e l’esperienza in consultorio è stata positiva. Lì mi hanno consigliato l’aborto farmacologico perché essendo all’inizio era la cosa più ovvia. La cosa scioccante è iniziata quando mi hanno dato la lista degli ospedali e ho notato che in questa lista la maggior parte degli ospedali milanesi non offre la possibilità dell’aborto farmacologico, ti devi per forza operare. Io non capisco perché debbano obbligarti ad operare, è insensato.
Libertà alle donne di scegliere
di Vincenzo Spinelli
Il 22 maggio 1978 il Parlamento italiano sanciva con la legge 194 la legalità dell’interruzione volontaria di gravidanza. L’iter della legge, lungo e travagliato, aveva visto l’opinione pubblica spaccata in due: da un lato le donne che combattevano per una maternità libera e consapevole, dall’altro la chiesa cattolica ferma nella sua condanna. Dopo 40 anni, possiamo affermare, senza tema di smentita, che la legge ha funzionato. Infatti, dal picco di IVG registrato nel 1982 (poco meno di 235.000) si è arrivati nel 2016 a poco meno di 85.000 interventi. Questa drastica riduzione di IVG è dovuta a una maggiore istruzione delle donne, una maggiore diffusione (anche se ancora insufficiente) dell’educazione sessuale e della contraccezione, all’introduzione, avvenuta nel 2015, della contraccezione d’emergenza.
Sogniamo un mondo senza pro-life
di Giulia Nanni
Il movimento pro-life si compone di tutte quelle realtà – internazionali e nazionali – che si oppongono all’aborto. Tali organizzazioni sostengono di voler difendere la vita dal concepimento alla morte naturale e la famiglia uomo-donna fondata sul matrimonio, riaffermando così una visione della dignità della persona in linea con la legge, appunto, naturale. Ovviamente, cosa ci sia di naturale nel matrimonio e nella monogamia, non ce lo hanno ancora spiegato.
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